La realtà Ecopannel nasce nel 1999 da un ramo dell'azienda edile di Michele Ruggiero, impegnata dal 1968 nel campo delle costruzioni e del restauro, in cui Pasquale, figlio di Michele, decide di innovare la proposta commerciale invetando un prodotto versatile a ridotto impatto ambientale. I rivestimenti EcoPannel sono manufatti cementizi colorati con ossidi naturali, è un materiale nato per rispondere alle difficoltà che l'impresa della famiglia Ruggiero riscontrava nel restauro delle opere in pietra.
A pochi anni dalla laurea in ingegneria, Pasquale propone a suo padre di innovare l'azienda con un'idea rivoluzionaria: "Il mio entusiasmo di fresco laureato ha incontrato la massima disponibilità di mio padre, che mi ha supportato nella ricerca di una soluzione nuova e mi ha permesso di mettere in pratica idee che avevo avuto durante gli anni universitari. Anche il nome, EcoPannel, nasce da un confronto in famiglia: il nostro obiettivo era comunicare un manufatto a basso impatto ambientale, un elemento alternativo alla pietra naturale che però riesce a riprodurne la bellezza e versatilità riducendo allo stesso tempo i costi e l'impatto sull'ecosistema. Infine l'EcoPietra dà agli utilizzatori una vastissima scelta di forme e soluzioni tecniche, con un'elevata resistenza sia alle sollecitazioni meccaniche che agli agenti atmosferici".
L'azienda EcoPannel Ruggiero ha brevettato e registrato tutti i prodotti presso il Ministero dello Sviluppo Economico proponendo le sue soluzioni in tutta Italia: "Operiamo a livello nazionale coprendo una buona fetta di mercato perchè possiamo contare su un prodotto estremamente innovativo. Nel 2011 abbiamo sentito la necessita di confrontarci con altre realtà e abbiamo partecipato per la prima volta al SAIE di Bologna, pensavamo di essere un passo indietro rispetto alle altre aziende di questo settore ma durante i giorni di fiera abbiamo riscontrato che la nostra proposta era molto competitiva, conquistando addirittura gli elogi concorrenti! Vede, per realizzare il nostro prodotto c’è bisogno di tempo e di grandi investimenti non solo economici; un complimento, un ricono- scimento a livello umano, uno sprone, sono per noi un combustibile necessario per andare avanti spediti”.
Dal 2004 al 2009 l’azienda contava circa 16 dipendenti, con la crisi economica che ha investito tutti i settori produttivi è stato ridotto il personale ma l’obiettivo del 2013 è ritornare ad avere la stessa forza lavoro dei primi anni, costruendo un nuovo stabilimento, proponendosi alla grande distribuzione e agli enti pubblici. “Stiamo ampliando la struttura di produzione per consolidare l’attività; viviamo una fase economica restrittiva ma con forza, impegno e coraggio riusciremo a superare questo difficile momento storico. La nostra forza lavoro è la risorsa più importante, abbiamo un confronto quotidiano con i nostri dipendenti, cerchiamo di delegare loro le attività e responsabilizzare il più possibile tutti i componenti del percorso produttivo poiché il nostro è un prodotto in cui è necessaria anche una certa dose di creatività e di passione, oltre che di competenza tecnica”. Nonostante l’EcoPietra sia un materiale di nuovissima scoperta, l’azienda non si ferma ai livelli di qualità raggiunta e si interessa ai progetti di Basilicata Innovazione: “Abbiamo iniziato a collaborare con Basilicata Innovazione in maniera del tutto casuale, dopo aver letto una circolare di Confidustria Potenza; in quel periodo stavamo cercando proprio una struttura che ci permettesse di fare ricerca, di sperimentare materiali alternativi agli inerti poiché il peso specifico del nostro prodotto ci limitava nel raggio d’azione. Oggi, grazie a Basilicata Innovazione, stiamo provando dei materiali più leggeri che ci permettono di ampliare la nostra proposta ed essere presenti in una maggiore fetta di mercato.
Questo confronto ha confermato che l’innovazione e la ricerca sono fondamentali per qualsiasi tipo di impresa, anche per aziende che come la nostra si rivolgono ad un settore tradizionale come quello delle costruzioni: d’altro canto, chi non fa ricerca non ha futuro”. E in Basilicata com’è fare innovazione in un settore largamente frequentato sia dagli enti che dalle realtà private? “Le difficoltà che deve affrontare un’azienda che opera in Basilicata sono legate so- prattutto ad una burocrazia lacunosa, che allunga i tempi di azione; siamo però una regione poco densamente abitata e questo potrebbe darci la possibilità di riunirci, fare gruppo e crescere insieme”. E il futuro come sarà? “Il futuro della Basilicata, paradossalmente, risiede nel passato, negli anni antecedenti l’ascesa del ‘mito del cemento armato’, il futuro della nostra regione è radicato nel tempo in cuiiorivano le attività artigianali, realtà che possono dare grande ricchezza e slancio all’economia regionale”. A proposito di passato e futuro, chiediamo a Pasquale quando c’è stato il ricambio generazionale all’interno dell’azienda e cosa si aspetta dalle generazioni successive alla sua: “Rispetto all’attività di mio padre non c’è stato un cambio generazionale, piuttosto parlerei di affiancamento: dopo essermi laureato in ingegneria ho messo a disposizione della sua esperienza decennale le mie conoscenze teoriche per cercare un prodotto alternativo ai manufatti usati fino ad allora.
Nel frattempo anch’io sono diventato padre, ho tre figli che stanno diventando grandi e mi piacerebbe averli in azienda, al mio fianco, in un progetto in cui crediamo molto e nel quale stiamo investendo da due generazioni ormai. In realtà il maggiore dei tre viene spesso in azienda dove porta la sua passione ed il suo entusiasmo, ha scelto autonomamente un percorso formativo che lo inserirà all’interno della struttura e quindi a me non resta che insegnare a lui quello che mio padre ha insegnato a me: non bisogna mai smettere di guardare avanti”.
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